Tra le varie piante aromatiche che si possono tranquillamente coltivare anche in casa, trova posto una spezia molto preziosa e, al tempo stesso, ampiamente utilizzata in cucina: si tratta dello zafferano che, per molto tempo, è stato monopolio di stato. Oggi, infatti, sono in tanti ancora a credere che servano permessi particolari per poterlo coltivare quando, in realtà, chiunque può piantare i bulbi nel proprio terreno e, perché no, diventare un produttore professionista.
Vediamo, quindi, le origini dello zafferano, le modalità di coltivazione, le attenzioni da prestare durante la crescita e, infine, come raccoglierlo e conservarlo!
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Origini e caratteristiche dello zafferano
La pianta dello zafferano nasce da un bulbo dal nome Crocus Sativus e l’unico modo che ha per riprodursi è attraverso la moltiplicazione dei bulbi. Il fiore, infatti, è sterile e non in grado di fecondarsi o di produrre altri semi.
La sua coltura è, di solito, a ciclo annuale: i bulbi, che più correttamente si chiamano cormi, rimangono in stato vegetativo per tutta l’estate e si risvegliano a settembre mostrando dei getti chiamati spate. Da queste nascono le foglie filiformi, di un colore verde smeraldo acceso e un fiore molto bello di colore viola dal quale si ricava la spezia finale (attraverso gli stimmi essiccati, cioè tre filini rossi).
In primavera, poi, la pianta moltiplica i cormi e poi si secca, in modo da lasciare i nuovi bulbi per dar vita a nuovi germogli l’anno successivo.
Coltivazione dello zafferano: clima e terreno adatti
Lo zafferano è una spezia che può essere tranquillamente coltivata su tutto il suolo italiano. Non ha paura del freddo, né della siccità estiva e resiste molto bene agli sbalzi di temperatura. Necessita, però, di molta luce per compiere la fotosintesi, esattamente come il rosmarino.
Per quanto riguarda il terreno, deve essere altamente drenante per evitare ristagni d’acqua o consistenza argillosa, che potrebbero far ammalare il bulbo. A parte questo, l’importante è che la terra sia fertile e ben lavorata, meglio se in pendenza per facilitare lo scolo dell’acqua piovana.
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La sua coltivazione può avvenire in diversi modi, ma le principali sono sostanzialmente due:
- coltivazione annuale: ogni anno i bulbi vengono scavati e ripiantati su un altro terreno, con il vantaggio di risparmiare lavoro nel rimuovere le erbacce e prevenire l’attacco di malattie e parassiti. Le operazioni di espianto e impianto, però, sono molto intense e faticose;
- coltivazione poliennale: i bulbi vengono lasciati dai 3 ai 5 anni sempre nello stesso terreno, quindi bisogna impegnarsi nella rimozione delle erbe infestanti e stare attenti all’insorgere di eventuali malattie. A favore, il fatto che comporti meno lavoro.
Quando impiantare i bulbi di zafferano
Il periodo migliore per impiantare i bulbi di zafferano è compreso tra agosto e inizi settembre, basta che sia prima della fine dell’estate. Con lo scemare del caldo, infatti, i cormi iniziano a vegetare emettendo le spate.
I bulbi devono essere piantati a circa 10 cm di profondità e di distanza gli uni dagli altri, soprattutto in caso di impianto poliennale. In linea di massima, fare delle file distanti tra loro 20 cm è ottimale.
Come coltivare lo zafferano in vaso
I bulbi di zafferano possono essere acquistati sia presso un vivaio di fiducia, sia online e piantati sia in giardino, che in vaso. In quest’ultimo caso, basta una manciata di semi per ottenere un ottimo risultato!
Bisogna munirsi di vasetti decorativi, anche piccoli, all’interno dei quali piantare un solo bulbo per ciascuno, oppure di vasi più grandi dove i semi dovranno essere disposti a distanza di almeno 5 cm l’uno dall’altro. In entrambi i casi, 5-10 cm di profondità andranno più che bene.
Anche per la coltivazione in vaso vale la regola dei ristagni d’acqua, che devono essere categoricamente evitati. Per questo, si consiglia di svuotare periodicamente i sottovasi. Inoltre, è necessario esporli al meglio in modo che ricevano tutta la luce solare possibile.
La coltivazione in vaso va bene anche per alcune tipologie di frutta: ecco come coltivare le fragole!
Come coltivare lo zafferano nell’orto
Se, invece, si desidera piantare i bulbi di zafferano nell’orto si può predisporre un’aiuola apposita, oppure utilizzare le piantine della spezia per creare bordure decorative.
L’impianto dei bulbi avviene allo stesso identico modo della coltivazione in vaso, ma sarà preferibile una zona che sia tanto esposta al sole, quanto al riparo da piogge e ristagni d’acqua.
Moltiplicazione e raccolta dei bulbi di zafferano
Come già spiegato, i bulbi di zafferano si moltiplicano da soli nel terreno, anche se la pianta di origine si è già seccata. Al termine del tempo stabilito, in relazione alla tipologia di coltivazione scelta (annuale o poliennale) bisogna scavare i bulbi. Si tratta di un’operazione molto semplice ma, allo stesso tempo, faticosa: si deve scavare la terra così come si fa con le patate, facendo attenzione a non danneggiare i cormi, quindi meglio procedere a mano con l’ausilio di una vangatura.
La raccolta può avvenire a partire da giugno e proseguendo per tutta l’estate. I bulbi devono essere conservati in un luogo buio e asciutto fino alla fine di agosto, momento in cui si potrà effettuare un nuovo impianto.
Raccolta dei fiori di zafferano
La raccolta dei fiori dello zafferano, invece, avviene tra ottobre e novembre, quindi in autunno.
La fioritura dura circa 10 giorni, periodo indicato per raccogliere i fiori; per ottenere il massimo dal raccolto, si consiglia di rimuoverli in giornata e prima che si schiudano.
Mondatura o sfioratura dello zafferano
Una volta raccolti i fiori di zafferano bisogna procedere con la mondatura, cioè l’eliminazione dei petali e del polline per mantenere solo gli stimmi (spesso chiamati, sbagliando, pistilli). Proprio da qui, infatti, si otterrà la spezia vera e propria dopo averli lasciati essiccare.
Essiccazione dello zafferano
L’essiccazione dello zafferano può avvenire in forno ventilato, dopo averne poggiato gli stimmi su della carta forno. Non appena questi cominceranno a “frusciare” sarà possibile estrarli. Non avendo un tempo di essiccazione ben preciso bisogna improvvisare, facendo attenzione a non lasciare gli stimmi né troppo umidi e molli, né bruciati.
Conservazione dello zafferano
A essiccazione effettuata, lo zafferano può essere conservato all’interno di vasetti di vetro. Lo si potrà consumare in stimmi per qualche anno, riponendolo in luoghi freschi, secchi e poco illuminati. Più verrà conservato, più lo zafferano diventerà amaro.
Zafferano e utilizzi in cucina
Generalmente, lo zafferano che si può acquistare al supermercato, online o in drogheria è in polvere, esattamente come avviene per lo zenzero, ma è possibile utilizzarlo anche in stimmi senza polverizzarlo. Per usarli al meglio, si consiglia di metterli in ammollo in acqua calda per un’oretta: alla fine, si otterrà un liquido giallo che potrà essere utilizzato per condire i cibi allo stesso modo dello zafferano!
Il piatto principale che lo vede come ingrediente protagonista è sicuramente il risotto, ma può essere aggiunto o spolverato su tutti i primi piatti, sui secondi piatti di carne e pesce e sui contorni di verdure! Per la preparazione di questi ultimi si possono utilizzare prodotti biologici e coltivati direttamente in casa: ecco l’articolo su come coltivare i peperoni, una guida su come coltivare le zucchine e utili suggerimenti su come coltivare le melanzane!
ottimo articolo da professionista del settore devo ammettere che e stato fatto bene