La soluzione per tutti coloro che amano il giardinaggio, hanno il pollice verde ma non possiedono un terreno da poter coltivare, esiste: si tratta della coltivazione indoor, una pratica green a grande risparmio energetico che permette a chiunque di creare un piccolo orto pur non avendo un giardino.
In cosa consiste la coltivazione indoor? E cosa serve per metterla in pratica? Ecco una guida utile, soprattutto per chi è ancora alle prime armi!
Cos’è la coltivazione indoor?
La coltivazione indoor, come suggerisce la stessa dicitura, significa coltivare in un ambiente chiuso, che sia una serra o una grow room. All’interno di questi spazi vengono ricreate le condizioni ambientali adatte per fornire alle piante tutto ciò di cui hanno bisogno, in particolare acqua, luce e nutrienti.
In pratica, con la coltivazione indoor è possibile coltivare tutto ciò che si desidera in un ambiente circoscritto; questo aspetto, se a primo impatto può sembrare limitante, in realtà offre un gran numero di vantaggi:
- si può monitorare, passo dopo passo, la crescita delle piante, avendo così modo di intervenire nel caso in cui fosse necessario;
- l’ambiente ricreato non è esposto ai cambiamenti climatici ed è possibile tenere sotto controllo l’attacco di eventuali parassiti;
- si può coltivare davvero di tutto, dalle fragole alla lavanda, dipende solo dallo spazio a disposizione;
è possibile coltivare anche piante “fuori stagione” e tenerle alla larga dalle temperature rigide tipiche dell’inverno.
Detto questo, è interessante sapere che esistono diverse tipologie di coltivazione indoor, da scegliere in base alle proprie esigenze.
Quante tipologie di coltivazione indoor esistono?
La coltivazione indoor può essere praticata da chiunque, anche da chi non si è mai preso cura di una pianta ma desidera tanto provare, dato che consiste in una pratica davvero semplice da realizzare. Tra le tecniche principali rientrano:
- la coltivazione idroponica: utilizzata già ai tempi di Assiri e Babilonesi, è conosciuta anche come idrocoltura e prevede la coltivazione delle piante senza terra, ma con il solo utilizzo di uno strato di perlite, argilla, fibra e acqua; così facendo, le piante si nutrono delle sostanze minerali presenti;
- la coltivazione aeroponica: consente di lasciare le radici delle piante nude, quindi non è necessario l’uso di terra o altri elementi; la pianta si alimenta tramite la nebulizzazione dell’acqua, nella quale vengono miscelate altre sostanze nutritive;
- la coltivazione in terra: è la più comune e chiunque può cimentarsi nella sua pratica.
Cos’è la grow room?
Chiunque scelga di fare coltivazione indoor non può semplicemente attenersi a scegliere una stanza a caso della propria abitazione ma, come detto precedentemente, è necessario ricreare l’habitat ideale per favorire la crescita delle piante.
Di conseguenza, serve una grow room, o grow box che, in base alle sue dimensioni, può essere simile a un armadio o a un’intera stanza; al suo interno le piante vengono coltivate dall’inizio alla fine e monitorate in tutto il corso della loro crescita.
La struttura è rivestita da un telo impermeabile, nero all’esterno e argentato all’interno; questa parte interna è dotata di un rivestimento che consente di riflettere la luce in modo omogeneo. Dato che la luce solare non può penetrare nella grow room, bisogna inserire delle lampade che simulino i raggi del sole.
Di cosa hanno bisogno le piante nella grow room?
Come tutte le piante, anche quelle coltivate indoor hanno bisogno di terra, acqua e soprattutto luce. Ovviamente, non tutte le piante richiedono la stessa quantità di luce per poter crescere e le singole esigenze possono variare con l’avanzare della crescita.
Altrettanto importanti per le piante sono le ore di buio totale e l’alternanza tra temperature più alte e temperature più basse per riproporre la naturale escursione termica tra giorno e notte.
Un altro elemento fondamentale da dover ricreare all’interno del grow box è la ventilazione, indispensabile per far circolare l’aria, eliminare le impurità e fornire la giusta quantità di ossigeno alle piante.
A questo punto, si può passare all’illuminazione.
Quali sono le lampade per la coltivazione indoor?
In commercio esistono tantissime tipologie di lampade adatte alla coltivazione indoor ma, ultimamente, la maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e all’inquinamento ambientale spingono verso le lampade a basso consumo energetico. Le principali proposte sono:
Lampade a scarica per coltivazione indoor
Conosciute anche come lampade a bulbo per via della loro forma, le lampade a scarica producono una grande quantità di calore; se vengono utilizzate costantemente necessitano di essere sostituite frequentemente, dato che più passa il tempo e più la luce si affievolisce. Per fortuna, i modelli di ultima generazione non sono molto costosi.
A questa categoria di lampade indoor appartengono:
- le lampade HPS (High Pressure Sodium): emettono uno spettro di luce calda giallo-arancione di circa 2100 Kelvin, molto simile a quella del sole di fine estate, quindi perfetta per la fase di fioritura;
- le lampade HPS AGRO: è in grado di emettere uno spettro di luce pari a 2700 Kelvin, di conseguenza si può impiegare durante la fase di crescita e fioritura;
le lampade MH: agli ioduri metallici, emette una luce simile a quella del sole primaverile, di colore azzurro-bianco, adatta alle fasi di germinazione e vegetativa; - le lampade CMH: chiamate anche LEC, sono le più efficienti in termini energetici, dato che emettono uno spettro di luce più ampio ma con meno calore.
Lampade a LED per coltivazione indoor
Le lampade a LED sono da poco entrate a far parte delle fonti di illuminazione per coltivazione indoor ma, fin da subito, hanno mostrato una grande efficienza: luce intensa, poco calore, lunga durata.
Questa tipologia di lampada emette una combinazione di luce calda e fredda dalle tonalità bianche, rosse e blu, per questo sono adatte a tutte le fasi di crescita della pianta. Al contempo, sono a basso consumo energetico e durano fino a 10 anni mantenendo inalterate le proprie prestazioni. Il prezzo è leggermente più alto, ma si tratta di un investimento per cui ne vale la pena.
Lampade CFL e al neon per coltivazione indoor
Infine, tra le lampade consigliate per la coltivazione indoor ci sono anche le lampade CFL e quelle al neon; entrambe emettono una luce fluorescente e sono a basso consumo energetico, dato che producono poco calore e possono essere posizionate anche a poca distanza dalle piante.
In particolare, le lampade CFL emettono una luce bianca, hanno dimensioni ridotte (quindi è adatta per gli ambienti piccoli) e possono avere una potenza da 40 a 300 watt, mentre le lampade al neon sono più ingombranti ma, comunque, emettono molta luce scaldano poco, assicurando un basso consumo energetico.